Drammi del lockdown, o forse no?

Il COVID, la solitudine

Durante il COVID molti si sono ritrovati a fare affidamente, un affidamento estremo sugli altri. Chi era fidanzato, all’interno di una relazione, magari conviveva si è ritrovato a vivere per molte ore al giorno una vicinanza, un contatto che forse per alcuni ha finito persino per essere esagerato.

Io però penso adesso alle persone come me, fondamentalmente “sole”. Queste persone hanno dovuto rifugiarsi nelle amicizie, il periodo del COVID sicuramente ne ha rinforzate parecchie. Nel video (un ted talk in inglese) Simon Sinek ammette di aver pianto al telefono con degli amici. 

Questo mi ha fatto pensare.

E io? Come ho affrontato la cosa?

Ricordo che ho vissuto la solitudine, la solitudine più assoluta. Poteva sembrare stessi esperendo la D della depressione, eppure ero in perfetto equilibrio con me stesso ed anzi, quel periodo mi ha permesso addirittura di scrivere il mio libro! Il sommarsi delle situazioni complesse che stavo vivendo mi avrebbe potuto spezzare e ancora adesso ne sento un po’ il peso però ho “tirato fuori le palle” e ho dato contro al mondo che sembrava pagaiare in senso contrario al mio.

Un lungo coma, un risveglio difficile, il mondo che sembrava essere andato avanti senza di me. Le amicizie si erano perse, i miei amici erano cambiati, io ero cambiato, la realtà dentro e fuori da me in tre mesi era completamente stravolta. E ora? Eccolo: il lockdown. 

Ricordo che il primo è stato persino ferreo, e io? Io stavo bene, non sentivo la mancanza dei legami. Io ero già abituato a quella situazione, sapevo stare da solo, forse anche amavo lo stare da solo.

Ripensare a quei momenti ora, quando tutto sembra passato mi ha fatto capire che durante quelle fasi non ho sentito la solitudine. Simon Sinek, nel suo video, racconta di aver fatto un patto con gli amici, dice che lui durante il lockdown ha addirittura pianto al telefono con gli amici. 

Io lo vedo come perfettamente naturale, l’amicizia è un aiuto costante. Però, a questo punto mi chiedo: perché io non ho pianto? Non ne avevo bisogno o semplicemente non ne ho avuta la possibilità?

Stavo iniziando ad interrogarmi sui possibili “mali” che avrei dovuto affrontare come conseguenza poi mi sono ricordato di una cosa, del mio nuovo mantra; non preoccuparti di qualcosa finché non accade davvero. Non ha alcun senso fasciarsi la testa prima di romperla.

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