Cerca di non confondere la durata con la buona qualità
La durata di un compito, di un’esperienza è un valore che riteniamo fondamentale. Dovremmo, invece, stare attenti a non utilizzarla quale unico nostro metro di giudizio.
La durata riveste un compito secondario. Per quanto veloce sia un compito nel tempo, questo può ricoprire comunque un valore immenso in qualità di esperienza, può contare per il tuo sviluppo.
Questa frase riferita all’esperienza, “non confondere la durata con la buona qualità”, mi avrebbe fatto ridere fino a l’altro giorno. Poi, ho avuto l’epifania.
Ci sono esperienze dolorose nella mia vita, come in quella di tutti, che non necessitano di essere catalogate in funzione della loro durata temporale.
Parlando di “esperienze dolorose” mi è venuto naturale pensare alle diverse relazioni che ho vissuto con l’altro sesso. Probabilmente una di queste, una delle più fugaci che abbia vissuto nella mia vita, è una di quelle che hanno avuto un impatto più decisivo.
Ti è mai capitato di vivere qualcosa che per quanto veloce, per quanto labile, rivesta una posizione di importanza capitale nel tuo sviluppo? A me è capitato spesso, riporto i due casi decisivi per la mia crescita nei quali la durata temporale come vedrete, è ininfluente:
- Il primo esempio riguarda un’esperienza la cui durata potrebbe esser definita come molto veloce. Con lei ho vissuto un’esperienza che definirla solo breve sarebbe quasi ironico. Il tempo di questa relazione, oltre che esser stato poco, è anche stato per lo più digitale eppure ha avuto un ruolo fondamentale nel mio sviluppo come persona. Sto facendo riferimento a quella che io ho definito, per me, una relazione vera. Grazie a questa esperienza ho potuto capire che posso ormai considerarmi quasi impermeabile al dolore di questo tipo, seppure abbia per poco tempo, sofferto tantissimo.
Lo so, mi potresti ribattere che, essendo durata molto poco, non abbia investito poi molto in questa relazione ma posso dirti che così non è. Da quando mi sono risvegliato dal coma sono abituato a giocare sempre il 100% di me stesso nelle relazioni, anche se solo possibili e non ancora certe. Questo è sicuramente un approccio molto rischioso alla questione però sono certo che, se andrà bene, andrà benissimo! Non temo la sofferenza che potrei attirare; il gioco vale sempre la candela, secondo me.
In questo senso la frase “Non confondere la durata con la buona qualità”, è stata rivestita da una luce completamente diversa, si è ammantata di verità provata sulla pelle. - Il secondo caso che voglio portarti agli occhi è relativo alla più importante storia sentimentale che ho vissuto nella mia, breve, vita. Questo esempio è perfetto per argomentare l’importanza della durata delle esperienze in relazione al loro impatto sulla vita.
Questa relazione è durata 7 anni, risulta essere sicuramente fondamentale per determinare il mio sviluppo, ne ho parlato quando mi sono soffermato sull’analisi del concetto di abbandono.
In questo senso, confrontando le durate dei due esempi che ho portato, sembra molto chiaro che la durata non possa essere una diretta determinante dell’importanza che rivestirà la stessa esperienza.
A conti fatti, credo che questi due casi abbiano collaborato in maniera equanime al mio sviluppo come persona. Anzi, credo che vista la maturità maggiore che avevo, quando ho vissuto la seconda esperienza, questa possa avermi segnato in modo più marcato, nonostante la sua oggettiva minor durata. In questo senso, credo di aver saputo scegliere correttamente gli esempi da portare, tu cosa mi dici? Sei d’accordo con la mia idea sulla non influenza della durata?

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