Esistenza è desiderio di esserci, di essere visti e riconosciuti
Il desiderio di esserci solitamente è individuato dal nostro bisogno di essere riconosciuti
Per esserci, dobbiamo prima essere visti e riconosciuti?
Questa è la domanda che inizialmente mi è venuta in testa quando ho riflettuto su quanto ho sentito dire a Selene Calloni Williams durante un suo intervento inerente ai miti ed al guarire tramite essi.
La cosa che però più mi ha colpito dell’intero discorso è legato al fatto che, per esistere, esprimiamo il desiderio di esserci, di essere visti.
Il punto diventa quindi: cosa significa per me esserci?
Personalmente limito la visione dell’esserci, all’essere visti. Immagino, sento sia possibile esistere per sé, a prescindere dagli altri. Nonostante ciò mi rendo perfettamente conto della mia situazione limitata: ancora adesso riesco ad essere solo quando qualcuno lo può certificare, non è una consapevolezza mia, interna, è qualcosa che avviene in risposta ad uno stimolo a me esterno.
Ora che ho definito l’esserci come qualcosa necessariamente in funzione del riconoscimento altrui, vediamo cosa intendo io per essere riconosciuto.
Essere visti, questo è il senso ed il significato. Molte volte vedo persone che compiono, anche consapevolmente, azioni prive di un vero e proprio senso. Lo fanno però perché sono alla ricerca di qualcuno che li consideri e che, facendolo, automaticamente li veda.
Mi è capitato di vederlo, la cosa interessante però è che spesso mi sono reso conto di averlo fatto a mia volta.
Wayne Walter Dyer, riferendosi a un discorso collegato a questo, disse: “Aver bisogno di essere approvato è come dire: vale più il tuo concetto su di me dell’opinione che ho di me stesso”. Fai attenzione al tuo bisogno di esser visto e/o accettato.
Ti è mai capitato di agire solo al fine d’esser visto?

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