Essere innamorato dell’amore. Una mia psicopatologia?
Amore o amore dell’amore?
Una domanda centrale
Già nell’articolo “La relazione, quella vera” avevo introdotto una mia riflessione sul concetto d’amore. Partendo da quesi presupposti sono passato ad un altro quesito.
Mi sono sempre chiesto se primariamente non fossi innamorato dell’amore prima che degli eventuali partner. Questa domanda mi è sorta spontanea scrivendo questo articolo, “La relazione, quella vera. Cose da poco, invece rilevanti“, quindi ho deciso un po’ di documentarmi su questa cosa cercando cosa poteva offrirmi la rete, ho scelto varie fonti e interpretazioni. La prima è relativa alla differenza presente tra l’amare col cuore o con la mente, il non averla più ben chiara in testa sembra essere una grande problematica per le nuove generazioni perché siamo sempre più spinti all’innamoramento dell’amore stesso, non della persona nel particolare. Vogliamo il calore che una relazione comporta ma non siamo pronti alle necessarie non-scelte che prevede.
Quando amare è un fattore di testa
Essere innamorato dell’amore e che questo potesse essere una concausa delle mie continue sofferenze. Era questo il problema principale. Nell’articolo che ho precedentemente indicato e nel quale ho tentato di osservare come il mio modo di approcciarmi alle questioni di cuore non abbia in realtà nulla a che fare con esso. Sicuramente le nuove applicazioni digitali, sulla scia di Tinder possono essere richiamate quali parti attive nella creazione della situazione attuale però non credo siano le uniche responsabili; anche in loro c’è del buono.
Il nodo centrale della trattazione lo ritrovo in questa frase in particolare che desidero riportare: “La colpa è nella vostra testolina, il cuore non c’entra proprio nulla. Come in crisi d’astinenza, c’è bisogno di innamorarsi dell’amore”.
Come in crisi d’astinenza, anche a me sembra a volte di sentire la mancanza di qualcosa quindi, senza perdere tempo ad individuare il cosa, riempio quel vuoto con l’amore. Questo mi ha fatto venire in mente anche un secondo spunto: il piacere di godersi la solitudine, il silenzio; a tanti spaventa mentre è affascinante per me. Solo a momenti però.
In particolare anche un’altra frase mi ha parlato chiaramente, io la riporto qui, se vi dice qualcosa per cortesia, condividete con me questo fatto: “Morale della favola? Saremo perdutamente e follemente innamorati di un essere che esiste solo nella nostra testa”.

Sembro essere un salmone scozzese
Continuando le mie letture ho trovato un secondo articolo, l’ho scelto perché mi aveva colpito la mia possibile identificazione con il salmone scozzese. Sinceramente mi sembrava alquanto improbabile esser accomunato ad un animale simile però questa lettura mi ha aperto gli occhi. Mi ha dipinto davanti agli occhi una situazione che, seppure evidente, sembravo non notare.
Parlando quindi di questo articolo c’è una frase nel testo che mi ha colpito e nella quale mi sono rivisto: “Non si accontentano di un navigatore per arrivare alla meta … Scelgono i segni. Scelgono la magia. Perché non accetterebbero mai che il loro AMORE non contenga POESIA”. Personalmente trovo questa una frase molto vera per me. La trovo vera perché io non mi accontenterò mai di UN navigatore abile solo a portarmi alla meta prefissata. Io desidero sempre trovare IL navigatore e vedo questo mio desiderio come un cosa positiva, per tutti. Oltre a questo, non credo che sarei mai disposto ad accettare un qualsivoglia legame privo di assonanze, privo di un confronto, di una comunione d’intenti e di sentimenti.
Anche quando l’articolo si riferisce a “nel loro modo di sognare…” ho rivisto un’altra mia caratteristica che credo mi definisca: l’idealizzazione e la creazioni di castelli in aria. Ho sempre pensato che questa fosse una mia caratteristica naturale, congenita direttamente al mio essere. Mi sono però reso conto che questa mia tendenza era l’origine principale della mia sofferenza quindi la mia storia recente è costellata dei miei diversi tentativi di eliminazione di questa attitudine mentre ora ho capito di doverla accettare, di doverla far mia. Le cose negative non vanno cancellate dalla propria essenza, non è possibile quindi è inutile sprecare tempo ed energie in qualcosa di impossibile. La loro presenza va semplicemente accettata, questo già da solo, diminuirà la loro forza.

I’m like Ted Mosby
Il terzo articolo che ho preso in esame l’ho scelto, quindi letto, visto il suo riferimento esplicito a Ted Mosby, protagonista di una serie TV che ho particolarmente amato, How I met your mother.
Nella mia vita quotidiana mi rendo conto di agire anche io come Ted ha fatto perché spesso mi rivedo in questa sua situazione: “si cerca una persona fittizia, una persona che non esiste, perché creata dalla propria mente, dai desideri del proprio cuore e dai propri bisogni di quel momento”.
Ciò significa che spesso sono innamorato dell’amore piuttosto che del partner. Il partner potrebbe anche cambiare tanto sarebbe sempre soggetto al mio processo di idealizzazione e sarebbe portato quindi ad assumere le caratteristiche che vado ricercando. Quando l’ho notato ho immediatamente desiderato poter trovarne uno che fosse in grado di non essere idealizzato, che già naturalmente fosse capace di rispondere a tutte le mie necessità.
La conclusione, che più volte ho sperimentato, sarà necessariamente questa: “Non si può pretendere di innamorarsi perché in base alla propria logica quella determinata persona ha i requisiti … soprattutto non si può uscire con una persona che ancora non si conosce pensando che potrebbe essere quella giusta!”. Tante volte mi son detto: “Sono innamorato, e se ancora non lo sono al 100%, in futuro lo sarò”.
Riconoscere come miei questi pensieri mi sembra così sciocco ora.
L’aver pensato queste cose significa che al tempo mi stavo perdendo in un bicchier d’acqua. Ora vado più allo sbaraglio, cerco di conoscere veramente le persone poi, se finisco innamorato meglio altrimenti, prima o poi verrà!

5 psicopatologie dell’amore
Con questa frase “Ho sempre viaggiato con il pensiero disegnando l’amore nelle sue mille forme, immaginandomi il sentimento amoroso come una profonda sintonizzazione tra due esseri” voglio introdurvi l’ultimo articolo che affronta anche le psicopatologie di cui può essere vittima l’innamorato dell’amore.
In questo articolo si parla di cinque categorie di psicopatologie dell’amore romantico; personalmente non mi vedo ricadere in alcuna in particolare, a parte una forse. Per voi qual è la situazione invece?
A esser sinceri dicevo, c’è una categoria all’interno della quale sembro ricadere ma il mio subirne gli effetti è minimo, appena accennato. La categoria cui mi riferisco è quella dell’incapacità di rimanere innamorati. Dunque, anche a me capita di “criticare il partner … fino ad arrivare alla conclusione della relazione” però a mia discolpa credo di non aver ancora trovato delle persone che mi convincessero al 100% e pertanto le fini delle relazioni sono state naturali conseguenze di questo fatto. Quando invece pensavo di aver trovato delle persone che rispondessero alle mie necessità non capisco bene cos’è successo. Non so se sono state vittime delle mia idealizzazione o meno. In ogni caso, quando invece le avevo trovate, la relazione è terminata per scelta loro.
Per quanto riguarda il “Innamorarsi della persona sbagliata” questa poteva essere una cosa che mi riguardava come anche “Incapacità di disinnamorarsi e portare a termine una relazione” però, pensandoci bene ho capito che questi aspetti mi potevano riguardare ma solo marginalmente.
Per le ultima due psicopatologie, l’incapacità di innamorarsi e incapacità/impossibilità di sentirsi amati sento che entrambe non appartengono in alcun modo a me.
Ora che ho sviscerato un po’ il tema ti chiedo candidamente: e tu? Soffri anche tu di amore dell’amore?
Grazie Luca. Ti seguo volentieri
Per quanto mi riguarda, ho scoperto che il principe azzurro che ho sempre cercato non era altro che una parte di me che vedevo riflessa negli altri, ma non mi trovavo addosso! Quando ho capito questo ho amesso di innamorarmi, ed ho Amato.
Grazie Luca per le riflessioni.
Ciao Vale! Riflessione molto interessante. Spesso si vede negli altri ciò che piacerebbe trovare in noi non rendendoci conto che siamo noi stessi i “creatori” di ciò che vediamo gli altri portare.
Mi resta però il dubbio: mi sto innamorando di lui/lei oppure mi sto innamorando delle sensazioni che questo stato mi regala?
Tra l’altro ho pensato anche un’altra cosa. NON mi interessa trovare una risposta…
Innamorati dell’amore
eccomi
La maledizione dei grandi artisti… essere innamorati dell’amore… che soave maledizione.
Quel tornado che ci spinge oltre cancelli sicuri.
La mia droga preferita.
Quel modo unico di sentirmi quando mi rifletto negli occhi dell’altro.
Brividi e carezze mosse da correnti lontane dalla ragione.
Il disagio e la voglia di essere ricambiata, in quella danza fluida di incertezze.
Dove i sensi sono vivi e tutto può cambiare in un istante.
Sento l’amore come una chiamata all’espansione.
Dove coprire insospettate sfumature di me e trasmutarle in arte.
L’amore é… un’energia che mi espande in direzioni diverse, in cui riscoprirmi continuamente.
Relazioni, progetti, esplorazioni in cui posso fare la differenza col mio punto di vista sulla realtà.
Creando un’atmosfera e in cui entrambi ci si possa sentire liberi di giocare ed esprimerci, senza diventare invisibili.
Quanto è ESSERE UMANI tutto questo.
Forse leggendoti ho intuito il mio vero sentimento. Credo di amare l’amore come prima cosa. Credo di amare il sentire che regala il vivere l’innamoramento ma non ne sono del tutto certo. Anche a te dico però questa cosa: non ho interesse a trovare una risposta certa e definita a questa domanda!
Mi accontento di aver scoperto il bello della mia umanità, della mia fallibilità. Ti regala una sensazione di leggerezza essere consapevole di questa cosa!
Ciao Luca, per avere una prospettiva diversa e un’interpretazione “socio-politica” dell’amore romantico moderno, ti consiglio la lettura di “Perché l’amore fa soffrire” di Eva Illouz. Sebbene io non condivida appieno le sue teorie, ci sono molti spunti di riflessione interessanti, soprattutto sul ruolo diverso che giocano uomini e donne in questo campo. In bocca al lupo per il blog!
Grazie Chiara! Terrò certamente in considerazione il consiglio!