L’egoismo ragionevole
Cosa significa egoismo ragionevole? Come possiamo dare una connotazione positiva a questo temine?
Parliamo di egoismo ragionevole. Questo può essere identificato anche con l’egoismo razionale stando però attenti a non mescolarlo con la tendenza economica che attualmente ci governa (Di questa tendenza, ne parla Andrea Boitani nell’articolo “È ora di riparare i guasti dell’egoismo razionale” scritto per il Sole24ore). Tale comportamento non si presta alle normale definizioni morali in quanto, secondo tale visione, l’egoismo finisce per essere rivestito da un manto di positività e questo è contrario alla prassi culturale imperante. L’obiettivo di questo scritto è quello di dare una visione positiva dell’egoismo.
Nella storia, le persone che non si adattarono alle condizioni che la moralità pubblica imponeva, furono definite egoiste e tradirono la censura generale, la mia volontà è quella di non guardare più a tale modo di stare come una cosa necessariamente negativa.
Non entrare in conflitto col bene comune
Quando si parla di egoismo, il rimando psicologico è sempre diretto verso qualcosa di sbagliato. In “Egoismo ragionevole: qual è la teoria dell’egoismo razionale?” trattazione di cui non certifico la fonte, la cosa interessante è la formulazione di egoismo definito come irragionevole e ragionevole. Questa definizione richiama, punta la nostra attenzione riguardo la classica interpretazione che diamo al concetto.
Nel testo ho trovato anche un altro punto degno di interesse. Viene disegnato l’egoismo razionale in modo particolare: “iniziò a designare una persona che si conformasse ai suoi interessi con il pubblico, senza entrare in conflitto con loro” Questa cosa del non entrare in contrasto con loro rappresenta, a mio parere, la caratteristica più importante di questo modo di intendere l’egoismo. Essere egoisti senza però scontrarsi con gli interessi pubblici mantenendo al contempo sott’occhio i propri diventa una cosa buona e giusta. Mi piace molto questa visione, la riconduco alla mia visione del mondo però mi chiedo: funziona veramente così?
Con diverse parole, l’egoismo razionale può essere chiamato la capacità di vivere secondo i propri interessi o opinioni, non in contraddizione con le opinioni degli altri. Questa sembra essere una situazione fortemente desiderabile che però si scontrerebbe necessariamente con la mentalità della massa, abituata ad essere indottrinata dalla televisione e la cui realtà si limita a quella raccontata da essa.

L’importanza di Cernysevskij: “è l’egoismo che incoraggia le persone ad agire”
C’è un fautore molto importante di questa teorizzazione, è Cernysevskij. Uno snodo a mio avviso centrale nella sua opera è che: “ l’individuo ama solo se stesso. Ed è l’egoismo che incoraggia le persone ad agire”. Questo punto spiega ad esempio perché, a mio avviso, questa sia una tendenza estremamente positiva. Senza l’egoismo l’uomo sarebbe naturalmente portato all’immobilità.
Partendo da questo presupposto mi sembra evidente come io veda l’egoismo come una cosa non necessariamente sbagliata. “La teoria dell’egoismo razionale valuta i benefici delle relazioni umane e la scelta dei più proficui … misericordia e carità è assolutamente priva di significato … capacità di trovare una via di mezzo tra le capacità personali e le necessità degli altri.
Inoltre, ogni individuo viene unicamente dall’amore personale … l’amore per se stessi. Pertanto, in questo caso è consigliabile parlare di egoismo razionale”.
Credo in queste due frasi (integrali al link che ho postato) di poter ritrovare l’intera spiegazione di cos’è e come agisce l’egoismo ragionevole.
Concluderò riportando la parte centrale della frase più descrittiva dell’egoismo ragionevole: “primato degli interessi personali sugli interessi delle altre persone e della società nel suo complesso”.
Credo sia questo il nocciolo della conversazione.
Vivere rispettando il primato del proprio bene rispetto a quello della comunità mantenendo però al contempo ben presente che non è corretto, al fine di ricercare un bonus a livello personale, costringere la collettività ad un malus.
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