Regalarsi agli altri. Un concetto senza senso oppure comprensibile?
Regalarsi agli altri
Regalarsi agli altri durante una condivisione, durante un brain storming; un’idea che a me sembra scontata che però può apparire assurda. Mi permetto di chiederti una cortesia, leggi tutto lo scritto e dammi una tua opinione, questa sarà certamente molto importante per me.
Intervenire ed essere decisivi nello sviluppo di una condivisione è accuomunabile all’atto di reglarsi secondo me. Questo spiega perché sia naturale per me pensare questa frase: “Non mi piace regalarmi in maniera gratuita” quando non ci siano dei feedback da parte dell’altra persona. Una persona che stimo, quando l’ho scritto (ammetto, forse non in maniera così chiara) su una chat comune ha avuto da ridire: “Questo concetto del “regalarmi” lo trovo assurdo. In questo momento non ti sto regalando il mio tempo, lo sto condividendo. Le cose si fanno per piacere (o per denaro ok), se il retropensiero è: ti scrivo e condivido le mie idee e ti sto facendo un regalo, puoi anche smettere di scrivere“.
Partendo da quest’affermazione ho deciso di sviluppare un pensiero. Credo il problema possa nascere dal fatto che semplicemente non esprimo correttamente il mio pensiero e anche che il problema possa risiedere attorno al concetto stesso di regalarsi.

Definizioni
Ho deciso di partire dalla definizione di regalare: “Dare liberalmente, senza compenso o altra contropartita e con intenzione amichevole o affettuosa, cosa che è, o si ritiene, utile o gradita a una persona”.
Vista la definizione, che a me pare molto chiara, credo sia evidente il tono e l’intenzione con cui dico che non mi piace regalarmi. So di essere una persona che solitamente passa per pienamente supponente e che, alle volte, anche si rende conto di esagerare un po’. A conti fatti credo di non esserlo in alcun modo. Spesso capita che la mia armatura psicologica, l’essere cioè estremamente convinto di me come arma di difesa rispetto al mondo, diventi la mia prigione, ovvero mi trasformi in un essere apparentemente sussiegoso.
La condivisione
Quando partecipo ad una condivisione do il mio contributo a piene mani, personalmente credo di essere il tipo di persona che tende a darsi nella sua totalità sin da subito e mi sembra altrettanto chiaro io lo faccia senza aver alcun secondo fine. Lo faccio per due motivi: per me perché credo di essere una persona che ama in toto il “dare”, per l’altro perché ho l’idea e la speranza, che il mio intervento possa risultare sia utile che gradito.
Quando qualcuno condivide con me comprensione, opinioni, idee lo vedo come un regalarsi della persona nei miei confronti. Allo stesso modo quando sono io che lo faccio nei confronti degli altri mi auguro che venga accettato come un regalo. Il mio regalarsi non va inteso come un’azione da parte di un supponente che dispensa favori. Al contrario, trattandosi di una condivisione rappresenta una speranza che il mio contributo possa aiutare l’altro.
In una condivisione quindi per me è quasi ovvio parlare di regalarsi agli altri. Il tuo contributo sarà necessariamente fatto con buone intenzioni, senza secondi fini e nella speranza possa esser gradito dagli altri.

Conclusioni
Forse la mia frase è stata troppo lapidaria, senza che sia sceso ad un livello di dettaglio nella sua formulazione, tant’è che fatico, onestamente, a comprendere perché questo concetto possa essere assurdo e anche come possa essere così scontato il mio riferimento al tempo che peraltro è qualcosa che non tengo minimamente in considerazione durante una condivisione piena. Secondo me condividere le proprie idee è sempre un regalo all’altro, indipendentemente dal fatto di credersi chissà chi o meno e, ovviamente, la relazione è di tipo biunivoco.
La comprensione reciproca è una cosa complicata.
Cosa ne pensi? Il mio ragionamento potrebbe funzionare oppure vedi la mia spiegazione attorno al concetto di regalarsi, assurda?
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