Sei depresso? Non è causa del mondo esterno che è cattivo con te
Osservati, conosciti e chiediti se non puoi tu stesso essere a determinare la tua infelicità
Il mondo sembra avercela con te, ti va sempre tutto storto? Fermati, non credo sia sempre così. Dietro alla tua impressione si può nascondere il tuo stesso inconscio che ti sabota ad ogni passo. Se lo desieri potrei aiutarti a vederlo, prima però sento che devo risolvere anche io una cosa. Entriamo “nella tana del bianconiglio”.
Vivo un malessere interiore. Vorrei, voglio fare della mia vita una sorta di monito, di esempio per l’altro eppure sento di non arrivare così a tutti, sento che molti possano vedere primariamente in me l’arroganza e questo è ciò che NON desidero.
Mi piacerebbe che una persona depressa potesse fermarsi e pensare: “@! Luca ce la sta facendo e Luca è un signor nessuno!”.
Mi piacerebbe essere quasi d’ispirazione per l’altro, mostrargli che nonostante le mie molte difficoltà, riesca comunque a muovermi in qualche direzione, a non star fermo a piangere. Credo fermamente che alcune delle mie credenze possano essere più che utili, non solo per sopravvivere ma per vivere bene.
Il problema col quale mi scontro è che a volte sembra come se io dicessi “Vedi, la vita è relativa, sta a te prenderne il lato giusto, se non lo fai è solo colpa tua” e, facendolo, passassi per una persona arrogante, che ha solo quel problema particolare da affrontare. Sembra come se non rendessi il mondo partecipe di tutte le altre difficoltà che io sto già comunque affrontando. Lo dico qua per inciso, se non sembrate accorgervi delle mie difficoltà non significa non ne abbia, significa che sono bravo a “nascondere”.
Questo è il messaggio che penso di dare, che è facile, dipende da te mentre io vorrei che il messaggio che arriva fosse “Vedi, io di difficoltà ne ho molte di mio, questo che sto affrontando è solo uno in più e non mi preoccupa. Non lo fa perché la vita è relativa e la decisione se essere felice o meno è sempre tua, nulla può impedirla. Se sei depresso, non è causa del mondo esterno che è cattivo con te. Osservati, conosciti e chiediti se non puoi tu stesso essere a determinare la tua infelicità”.
Lo dico senza paura di passare per un piagnone: essere me non è per niente facile. Ora spiego perché faccio questa riflessione.
Ho fatto un video l’altro giorno, un video su IG dove mostravo che la vita è relativa, che dipende unicamente dal modo in cui tu la guardi. Sono le tue percezioni che la creano ed io, nonostante 8 punti sparsi in faccia, una notte al PS, ero così, in tranquillità, a godermi il mio sabato non lavorativo.
Avevo scelto di vedere il bello, la bella giornata, il fatto di essere a Modena con un amica. Non volevo dare forza alle sensazioni interne che il malessere mi dava.
Il mio desiderio era quello di trasmettere forza e volevo mostrare che si può essere propositivi rispetto al futuro. Volevo mostrare che il mondo, la realtà, è un’insieme di possibilità. Sta a noi scegliere quella che preferiamo.
Nonostante i miei più buoni propositi mi è stato detto, che a qualcuno, arrivava il mio lato arrogante e questo, sinceramente, mi risulta inaccettabile; e mi ferisce.
Una lettura che facilmente si poteva avere era “Vedi come si fa? Non stare lì a compiangerti. Guarda me. Si fa così!”
Questo mi risulta inaccettabile e mi ferisce perché è travisare la mia lettura. Io volevo semplicemente mostrare come una persona normalissima, con tutte le sue difficoltà, potesse SCEGLIERE di essere felice e di vivere bene la vita, nonostante quanto gli era successo la sera prima!
Con questo video, con la mia stessa vita, voglio essere uno specchio per gli altri. Non un normale specchio ma uno specchio che oltre a mostrarti te stesso e ti aiuti nell’introspezione possa anche mostrarti che io, una persona normalissima, ho compiuto quell’azione che ti preoccupa, ho vissuto quell’esperienza che ti angustia e sono qua vivo e sui miei piedi a raccontartelo.
Sinceramente inizio a credere che la mia vita, l’insieme di insuccessi e successi che la costituiscono abbia un senso che io ancora non riesco a cogliere. Che tutto ciò che mi è accaduto, l’esperienza Michelin, la laurea in filosofia, l’incidente, le conseguenze dell’incidente; se iscriviamo il tutto all’interno dello schema della mia persona (determinato dalla somma di sè superiore, personalità e dal tanto bistrattato ego) possano assumere un significato ben definito.
Sicuramente questo significato non mi è ancora completamente chiaro però io credo di aver formulato una mia definizione parziale:
Io credo di essere un facilitatore per l’altro, di essere una di quelle persone che possono essere considerate degli aprì-via.Tutto ciò che vivo lo vivo perché tale esperienza mi sarà utile per accrescere il numero di persone che aiuterò lungo la mia strada.
L’aiuto che fornirò potrà ovviamente vestire la forma del “dare l’esempio” ma anche quella dell’insegnamento negativo, del mostrare come l’altro non vuole essere!
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